Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

giovedì 15 gennaio 2015

San Miniato al Monte, il chiostro, il cacio di Paolo Uccello e il Buontalenti

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Firenze, San Miniato al Monte


"Quale sia il più vero significato di San Miniato al Monte ce lo rivela forse quel cartiglio marmoreo che da secoli, sulla soglia della Porta Santa, avverte il viandante con queste promettenti parole: «Haec est Porta Coeli», «questa è la Porta del Cielo»".  Così comincia il depliant illustrativo della Basilica  di San Miniato al Monte. In effetti la sua posizione collinare, in cima alla collina che sovrasta Firenze tra cielo e  terra, con il suo 'sguardo' diretto verso il mondo di sotto, verso la pianura su cui è adagiata la città, Firenze, sembra trasmettere protezione e amore. La sua facciata ricorda un volto umano con due grandi occhi che guardano la vallata fin verso l'orizzonte e a sua volta viene guardata e il suo 'volto' viene visto dai più lontani osservatori, i viandanti diretti in città. In fondo il guardare, l'atto dello sguardo è un rapporto d'amore e di protezione, perfino di tenerezza, quella tenerezza che unisce nello sguardo che si incrocia anche tra due giovani innamorati che non si stancano mai di fondersi negli occhi dell'uno e dell'altra quando si parlano. 
Qui, in cima alla collina, sin dal lontanissimo 27 aprile del 1018 esiste una piccola comunità di monaci che ha il privilegio di custodire la basilica di San Miniato al Monte, antichissimo presidio di pace, di bellezza e di speranza per Firenze. Oggi sono i monaci Benedettini Olivetani a vivere nell'abbazia scandendo la loro giornata tra preghiera e lavoro al ritmo dei  rintocchi delle  campane. A San Miniato iniziano la giornata alle ore 4.30 con un risveglio che interrompe il sonno per svolgere il loro compito quotidiano con un'equilibrata esperienza di manualità e di studio, nello stile della regola voluta da San Benedetto,  per sottrarsi al rischio dell'ozio, della sterilità e della superficiale erosione di quel dono stupendo che è il tempo. Nella piccola comunità, oltre ai necessari servizi di vita fraterna e domestica, i fratelli sono impegnati nella fabbricazione di pregiate candele in cera d'api, nella preparazione artigianale di squisiti dolci al cioccolato, crostate alla marmellata e biscotti vari e, infine, in una piccola produzione di ostie per uso liturgico.
Qualche giorno fa abbiamo colto l'occasione di visitare l'interno del monastero scoprendo le stratificazione che la storia millenaria ha posto in quel luogo rivelando tante cose prima nascoste e tanti particolari e dettagli mai visti prima. La nostra guida era Padre Bernardo, che con la sua brillante descrizione ci ha permesso di soffermarci in modo più approfondito su molte particolarità della storia e dell'architettura del luogo oltre che sui vari aspetti spirituali che aleggiano costantemente in ogni dove, dal chiostro, al refettorio, fino giù alle cantine.


Nel chiostro al primo piano, alle pareti  tra gli archi e le volte troviamo quel che resta degli affreschi , in alto un particolare di un angelo alato, di   Paolo Uccello (Firenze, 397 – 1475)  che qui lavorò fino a che riuscì a resistere, non alle tentazioni ma alle trasformazioni somatiche causate da una stretta alimentazione (di cacio ovvero formaggio) che sembra costituissero il suo più grande problema. Leggiamo in " Le Bellezze della Città di Firenze" di M. Francesco Bocchi (1625-1706) edito nel 1677 "...  ritornando a Paolo, mentre dipinse in San Miniato la sagrestia, perché l’Abate gli dava molto cacio, lasciato il lavoro nel vedere i PP. fuggiva, e dimandatogli la cagione rispose: 'io sono ormai divenuto tutto cacio a segno che temo nel passar da’ leguaiuoli che essi non si servino di me per mastice' "


Qui nel chiostro, sotto la parte del porticato situata a est,  riusciamo a distinguere ancora, seppur sbiadito e tenue, il volto di un angelo del maestro  Paolo Uccello, mentre sotto il porticato a sud è riconoscibile un elegantissimo affresco con figure 'in movimento' di Bernardo Buontalenti  (Firenze, 1531 – 1608) con a sinistra,  al centro,  la sua firma ....DA BER. BVUONTALENTI OPVS, l'anno è assolutamente illeggibile se on addirittura cancellato.




Coordinate:  43°45'34.33"N,  11°15'54.01"E                     Mappe: Google - Bing



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