Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

mercoledì 15 ottobre 2014

Il soffitto sopra il Crocifisso

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Firenze, Piazza dei Mozzi,  Museo Bardini

Provenendo da Piazza Santa Croce attraversiamo Ponte alle Grazie per andare in Piazza dei Mozzi diretti verso il Museo Bardini. Di fronte a noi la piazza è chiusa dal Palazzo dei Mozzi. Sulla destra, a delimitare la piazza a ovest, troviamo il cinquecentesco Palazzo Nasi progettato, forse, da Baccio d'Agnolo e terminato da suo figlio Domenico. A sinistra è l'edificio che ospita il Museo Bardini
Il Museo prende il nome dal suo ideatore Stefano Bardini (1836-1922), il più autorevole antiquario italiano, che dopo anni di intensa attività commerciale, decise di trasformare la propria collezione in museo e di donarla al Comune di Firenze. Il palazzo, sede del museo, fu acquistato e ristrutturato dallo stesso Bardini nel 1881 per svolgere la propria attività antiquaria. Con alcune modifiche strutturali e con l'impiego di pezzi autentici, quali timpani, portali e scale, l'antiquario Bardini trasformò il vecchio edificio, un tempo chiesa e convento di San Gregorio della Pace, in un suggestivo palazzo neo rinascimentale, adatto ad ospitare oltre alla galleria di esposizione, una serie di laboratori, da cui le opere d'arte uscivano restaurate e pronte per essere vendute.
Le varie sale del museo hanno le pareti colorate con una diversa tonalità di un 'Blu Bardini' che va dal chiaro al più intenso a seconda le necessità espositive volute dal Bardini stesso. Si va dal un blu quasi celeste della sala che ospita un tabernacolo composto da pilastri di provenienza lucchese, diversa rispetto alla cuspide su cui poggia, oltre al quale vediamo, come in una maestosa cornice La Carità di Tino di Camaino (1285c-1337c). Il Blu si intensifica prepotentemente nella Sala delle Pitture facendo da sfondo alle cornici dorate dei quadri di Hans Clemer e il Crocifisso  (1340) di Bernardo Daddi (Firenze, 1290 circa – Firenze, 1348), del Veronese, Tintoretto e altri.

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Una via di mezzo è il blu della Sala del Crocefisso (foto). Sala con a sinistra la parete delle Madonne di scuola donatelliana e a sinistra la parete con la Madonna dei Cordai, opera attribuita a Donatello, polimaterica in stiacciato, oro, tasselli di cuoio e vetro,  e la bellissima Madonna con Bambino conosciuta anche come 'Madonna della Mela' (quasi) sicuramente opera di Donatello rimarchevole per lo stato d'animo che traspare dall'espressione dei personaggi, l'orrore del Bambinello che prefigura, anticipa quella che sarà il suo martirio e la sua morte sulla Croce e la consapevole, materna rassegnazione della Madonna. Solo per vedere quest'ultima opera varrebbe la pena di visitare il museo. Il Crocifisso ligneo medievale policromo è al centro della Sala e per osservarlo l'occhio non può non vedere lo straordinario soffitto, anch'esso ligneo, intagliato e policromo, a cassettoni, uno dei tanti soffitti che fanno parte dell'esposizione ciascuno dei quali ha una provenienza diversa reperito  presso qualche palazzo o dimora signorile.
Ancora, qui nel  Museo Bardini troviamo anche originali famosi, come il bronzeo 'Porcellino' di Pietro Tacca copia situata in Piazza del Mercato Nuovo come il 'Diavolino' del Giambologna, incastonato sull'angolo del palazzo in Via Strozzi e il Marzocco (il leone fiorentino), una produzione di bottega toscana che è sopra il portone dell'ingresso principale di Palazzo Vecchio che abbiamo già visto tutti  in altri post.



Coordinate:   43°45'53.78"N,  11°15'29.85"E                     Mappe: Google - Bing


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