Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

lunedì 29 settembre 2014

L'arcobaleno tra le ombre

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Firenze, Santa Maria Novella

Siamo entrati nella maestosa penombra  di Santa Maria Novella  dall'entrata laterale situata sulla navata di destra dopo avere percorso il perimetro il Chiostro degli Avelli, cimitero annesso alla basilica. Ciò che appare subito, entrando, è il grande Crocifisso, attribuito a Giotto (1267 circa – 1337), di quasi 6 metri per quattro che pende dalla volta a crociera centrale della navata mediana. Ombre e penombre, luci policrome che cadono leggere dalle vetrate per accendere di luce e rischiarare navate, cappelle, intarsi, cornici, quadri, affreschi, statue, gruppi marmorei. altari, sepolcri, figure di uomini e donne vissuti in un non recente passato che hanno davvero calpestato il suolo di una Firenze illustre, ricca, sontuosa, dedita al commercio, all'arte, alla scultura, alla pittura, all'architettura, alla scienza.
Nella foto in alto vediamo vetrate che filtrano la luce solare per arricchire ancor di più, qualora ce ne fosse bisogno, il pulpito. Il pulpito su progetto di Filippo Brunelleschi (1377 - 1446), è stato eseguito da Giovanni di Pietro del Ticcia, con i bassorilievi di Andrea di Lazzaro Cavalcanti detto il Buggiano (1412 - 1462) e gli Ornamenti di Giuliano di Noeri e Bartolo d' Antonio. I riquadri raccontano l'Annunciazione, l'Adorazione, la Presentazione di Gesù al tempio, l'Assunzione di Maria.


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Coordinate:  43°46'28.32"N,  11°14'57.82"E                      Mappe: Google - Bing


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sabato 27 settembre 2014

Piana di sole

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Firenze, da Forte Belvedere

In una giornata di caldo sole all'inizio dell'autunno, quando l'aria è leggera e ottima la visibilità, è più facile ammirare da un punto di vista panoramico, quale è il Forte Belvedere, il disegno di alcuni dei monumenti fiorentini più conosciuti che si innalzano dalla pianura. Ecco qui Orsanmichele davanti al Campanile di Giotto e il Duomo, Palazzo Vecchio e il campanile della Badia fiorentina.
Prossimamente andremo a Palazzo Vecchio per vedere il Forte a prospettiva inversa.


Coordinate:  43°45'47.72"N,  11°15'13.50"E                      Mappe: Google - Bing


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mercoledì 24 settembre 2014

L'inconsueta carovana di Forte Belvedere

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Firenze, Via del Forte di San Giorgio, Forte Belvedere

Forte Belvedere o  forte di San Giorgio come si chiamava in origine si trova, per intenderci, in cima al Giardino di Boboli, con l'elegante palazzo di Belvedere,  eretto dal  Buontalenti tra il 1590 e il 1595 per Ferdinando I, uno dei più bei forti del Cinquecento. E' dominato al centro da una palazzina a tre piani, attualmente importante centro di mostre, in particolare di scultura, magnificamente risaltate nelle terrazze prospicienti, lo straordinario panorama della città.
Il Forte fu eretto a difesa della città, ma soprattutto della residenza granducale di palazzo Pitti. essendo punto ideale per una perfetta veduta d'insieme di Firenze.
Si può arrivare al Forte risalendo il  magnifico Giardino di Boboli o su per Costa San Giorgio, passando accanto alla casa di Galileo e passando attraverso la Porta San Giorgio ancora affiancata dalle originarie strutture delle mura Seicentesche oppure da da via Belvedere o da via San Leonardo
Sulla traccia della tradizione avviata nei decenni scorsi con le celebri esposizioni dedicate ad artisti del calibro di Henry Moore, Fausto Melotti, Beverly Pepper, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, qui nella foto vediamo un'opera di Giuseppe Penone, "Spazio di luce" del 2008, il calco di alcuni segmenti di albero, 'la cui forma cava viene irradiata dal riverbero luminoso dell'oro che materializza e dà sostanza all'idea di luce, di spazio e di sole, enfatizzando così la conformazione interna dell'albero.'



Coordinate:  43°45'47.72"N,  11°15'13.50"E                      Mappe: Google - Bing


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domenica 21 settembre 2014

Via dell'Anguillara

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Firenze, via dell'Anguillara dall'angolo con via dei Bentaccordi e via Torta

Sullo sfondo vediamo la Cappella dei Pazzi accanto al campanile di Santa Croce e un pinnacolo della basilica stessa. Percorrendo via dell'Anguillara partendo da Piazza Santa Croce arriviamo in Piazza San Firenze e da lì c'è da scegliere se proseguire verso il Duomo a destra o Piazza della Signoria a sinistra. Via dell'Anguillara taglia obliquamente il luogo in cui vi era l'anfiteatro romano al tempo di Florentia, anfiteatro ancora definibile nella sua forma guardando la pianta di Firenze.

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Che nome è 'Anguillara'? Ce lo spiega qui sotto Vincenzo Borghini.

"... Era questo anfiteatro, come dicono i nostri antichi scrittori, in capo la via già lungo tempo detta dell'Anguillara fino alla Piazza di Santa Croce. Ed era così chiamata questa via (per dichiarare incidentalmente l'origine di questo nome) non dalle anguille (sebbene vi è assai vicino Arno) ma da quelli ordini di viti, che si mettono diritti in su le vie e viottole, e che diciamo 'Anguillari', e che dalle viti sia detto, lo mostra la via vicina, detta della Vignavecchia. E da questa parte era la larghezza sua e la lunghezza da San Simone alla piazza de' Peruzzi, quantunque inciampino, come più delle volte il nome, e lo chiamino Parlagio...."

Pag. 254 dai Discorsi di Vincenzo Borghini con le annotazioni di Domenico Maria Manni – Volume I – 1808



Coordinate:  43°46'10.66"N,  11°15'34.53"E                     Mappe: Google - Bing


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mercoledì 17 settembre 2014

San Giovanni Battista fanciullo

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Firenze, Palazzo Vecchio

A pian terreno del Secondo Cortile di Palazzo Vecchio, proprio accanto alla biglietteria del Museo di Palazzo Vecchio, si trova l'accesso a  Tracce di Firenze, una non grande esposizione se confrontata a quella 'enorme' - il cui primo  impatto è col Salone dei Cinquecento, tanto per dire - ma che è comunque da visitare non soltanto per la rappresentazione delle immagini pittoriche di Firenze come era nei secoli passati con i suoi scorci cittadini. Da visitare anche per i poco o nulla conosciuti e comunque grandi capolavori esposti, quadri e sculture: da  ThomasPatch  (1725 – 1782) con una Veduta dell'Arno dal ponte di Santa Trinita del 1770 circa a una Veduta dell'Arno dalla Pescaia di San Niccolò di Paolo Anesi (1697 – 1773) del 1737 e altre vedute del fiammingo Livio (Lieven) Mehus (1627 – 1691) del 1686 e di  Lorenzo Gelati (1824 – 1895) del 1860, da Emilio Burci (1837-1879 con una tela del 1868 ad Augusto Marrani con tanti piccoli quadri della Firenze della fine dell'Ottocento con i caratteristici vicoli dell'antico quartiere scomparsi nell'ambito delle travagliate trasformazioni urbanistiche dell'Ottocento all'epoca di Firenze capitale del Regnp d'Italia, qui documentate dai disegni di uno dei progetti, Giuseppe Poggi. Senza dimenticare Giuseppe Zocchi (1711 – 1767) con alcune vedute delle principali piazze cittadine, e angoli della Firenze ottocentesca di Giovanni Signorini  (1808 - 1862), per poi arrivare a Jacopo Carucci detti il Pontormo  ( 1494 – 1557), ed ancora incontriamo le sculture lignee di Romualdo Nesti e un 'San Giovanni Battista in giovane età' (qui sopra il particolare del volto) di Odoardo Wyndham su progetto di Giovan Battista Capezzuoli  (Firenze 1723 circa.-1810) del 1782 in legno policromo dorato.

Coordinate:  43°46'9.23"N,  11°15'23.07"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 15 settembre 2014

Su terreno non d'altri ma proprio

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Firenze, piazza San Simone

Il cartello che vediamo sul lato destro della facciata offre qualche ceno che riguarda la chiesa dei Santi Simone e Giuda:
"Sorta come piccolo oratorio intorno al 1192, fu ingrandita nel 1209 e poi ricostruita nel 1243. Venne rinnovata nel 1630 su progetto ii Gherardo Silvani (Firenze, 1579 – 1675), grazie soprattutto a Bartolomeo Galilei, cavaliere di Malta.  Nell'interno ad aula, scandito da partiti architettonici   in pietra serena, il soffitto ligneo, intagliato in verde   ed oro, datato 1670, reca la croce dell'Ordine dei Cavalieri di Malta e l'arme dei Galilei. Oltre al San Pietro in cattedra del Maestro della Santa Cecilia (1307), sugli altari laterali sono presenti pale d'altare   di artisti attivi a Firenze intorno al 1630, fra cui Jacopo Vignali, Francesco Curradi, Nicodemo Ferrucci. Di Orazio Mochi sono le due statue in marmo dei Santi Simone e Giuda."

Lo stemma dei Galilei si presenta così come lo vediamo nella casa fiorentina di Galileo Galei in Costa San Giorgio n. 19.


Incastonata sulla sinistra della facciata c'è una iscrizione su una lapide marmorea in caratteri longobardi  in ricordo della fondazione della Chiesa. Si legge (a fatica):



CURREBANT XPI ' TUNC ANNI TEMPORIS ISTI ' 
MILLE DUCENTENI POST TRES QUATER INDEQ{
DENI CUM SACRA SANCTOR, SIMONIS IUDEQ{ TUOR '
FIT DOMUS -S--DEUS ' A---S QUEM BARTHOLOMEUS
- - - - - - - QUAM SANCTA MARIA DE FLORENTINA 
PRE QUALIBET URBE LATINA CONS---UXIT'      
PRIMUM LAPIDEM --- FIXIT I- ---UM 
ET QUIA TERRENO FUNDAVIT NON ALIENO 
SET PROPRIO ' TURBIS SICUT PATET ISTIUS URBIS ' 
EST HINC IURE BONUS DNS VERUSQ{ PATRON'




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Traduzione: Correvano allora 1243 anni dell'era cristiana quando fu eretta, o Dio, cotesta sacra dimora dei tuoi santi Simone e Giuda che l'abate Bartolomeo costruì, dandole il titolo prima di qualunque altra città latina, in quanto abate della Badia Fiorentina di Santa Maria, quando pose la prima pietra nelle fondamenta e poiché la fondò su terreno non d'altri ma proprio, come appare evidente al popolo di questa città, è perciò di diritto legittimo signore e vero patrono.



Coordinate:   43°46'11.83"N,  11°15'36.95"E                     Mappe: Google - Bing


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giovedì 11 settembre 2014

La cuspide diversa

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Firenze, Piazza del Duomo, il Duomo

Intorno al Duomo vediamo un'infinità di bifore, lunghe e slanciare, eleganti. Sopra le bifore vi sono le cuspidi anch'esse lunghe e slanciare ciascuna delle quali ha un particolare (o più) che le differenzia dalle altre, a cominciare dal rosone intarsiato sopra esse e l'altro rosone pieno in marmo bianco e verde al  centro della cuspide che le sovrasta, ognuno differente dall'altro. Quello che dal basso sembra un succedersi di onde messe ad abbellire la cornice della cuspide è in effetti una sfilata di foglie stilizzate e arricci marmorei, differenti le une dalle altre nelle varie cuspidi. Questa che vediamo in foto, una delle cinque bifore  facente parte dell'abside, esattamente quella centro-laterale destra vista da fuori, si differenzia per un altro particolare, non per il piedistallo al suo vertice, che tutte hanno, ma per la presenza di una statua posizionata sulla sua base, una figura ieratica avvolta in una tunica. nella stessa posizione non ve ne sono altre.


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Coordinate:  43°46'23.19"N,  11°15'24.15"E                      Mappe: Google - Bing


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lunedì 8 settembre 2014

718 anni fa

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Firenze, Duomo

La storia e la tradizione vogliono che 718 anni fa venisse posata la prima pietra proprio l’8 settembre del 1296, giorno dedicato alla Natività di Maria, della Cattedrale a lei intitolato, più comunemente chiamata Duomo. Per festeggiare il compleanno quest'anno non verranno aperte gratuitamente, a differenza degli anni passati, le terrazze della cattedrale per la tradizionale passeggiata ma saranno visitabili solo su prenotazione e da gruppi limitati di persone. Come di consueto l'accesso è dalla Porta della Mandorla, lato via dè Servi. In compenso i fiorentini non pagano il biglietto per la Cupola, il Campanile di Giotto,  il Battistero e la cripta di Santa Reparata. Ulteriore regalo per tutti, non solo per i fiorentini, viene dalla possibilità di visitare la Bottega dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dalle 9.30 alle 17.00: in via dello Studio 23r,  dove si trova l'antico laboratorio di restauro.


Coordinate:  43°46'23.19"N,  11°15'24.15"E                      Mappe: Google - Bing


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sabato 6 settembre 2014

Ispiratrice e serva

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Firenze, Piazza di Santa Maria Nuova,  tra via Bufalini e via Sant'Egidio

L'Ospedale di Santa Maria Nuova fu fondato nel 1288 da Folco Portinari, padre di Beatrice la musa di Dante. Nonostante sia nel centro storico, a due passi dal Duomo,  e tanto vecchio è tutt'ora funzionante. Folco di Ricovero Portinari fu convinto a creare questo Spedale per gli infermi dalla governante (serva) di famiglia, Monna Tessa, la governante di famiglia, la cui sepoltura e una lapide è all'interno nel chiostro. Lo Spedale non ha mai avuto problemi economici essendo stato sempre oggetto di lasciti che gli hanno permesse anche di crescere ed evolversi nei servizi per gli ammalati e nelle dimensioni fino all'epoca moderna quando l'architetto Michelucci realizzò l'ala ovest come era sin dall'inizio nel progetto dell'Ammannati.. 

Sentiamo come ci racconta gli inizi   V. Follini, M. Rastrelli   nel IV volume di "Firenze antica, e moderna illustrata " del 1789.
"...Spedale di S. Maria Nuova.
CAP. XIV.

Molto è stato detto, e scritto su questo Regio Spedale; onde a noi non rimane che il compilare in breve ciocché da altri si è con lungo dettaglio esteso; e facendoci primieramente dal promotore di esso, e dalla sua antichità, abbiamo due oggetti nella fondazione di questo pio luogo; uno dalle scritture comprovato, l'altro dalla tradizione tramandato: vogliono dunque le scritture, che Folco di Ricovero de' Portinari sia il fondatore dello Spedale, e che ciò seguisse l' anno 1287 essendo stata benedetta la prima pietra con solennità magna da Andrea de Mozzi Vescovo di Firenze,
presente la Signoria, i Magistrati, e grandissima quantità di popolo, co' due Uffiziali principali forestieri, il Podestà ed il Capitano esecutore della Giustizia, insieme con uno Ambasciatore Regio della Corona di Napoli. Queste notizie che da chiarissimi documenti si ricavano, danno dunque la giusta lode di fondatore al predetto Folco; ma la tradizione vuole, che la serva appunto di questo Folco, nominata Madonna Tessa, fosse l'istitutrice dello Spedale, e che prima del padrone lo cominciasse in alcune sue piccole case, co' maggiori atti di una santa pietà.
Per quanto le scritture ci diano la preminenza a Folco, in questa circostanza noi dobbiamo confessare una nostra pendenza,cioè, di essere talvolta più portati a credere alla tradizione, di quello debba prestarsi fede alle istorie.
- Una gruccia stilizzata sulle volte del portico -

Il racconto semplice ed ingenuo che passa di padre in figlio è un documento troppo valido per appoggiarvi tutta la fede; molto più se la tradizione vien corroborata da qualche memoria. Vi sono di presente alcuni Istorici, che per essere troppo attaccati a de' falsi, e maliziosi documenti, hanno rigettate delle tradizioni chiarissime per se stesse, in quanto che la tradizione accenna inclusive il posto , ove i fatti stessi sono accaduti. Non togliamo pertanto la doluta lode a Folco'; ma nemmeno rigettiamo la memoria di Madonna Tessa, e che tal memoria sia corroborata dalla stessa antichità, si vede un ritratto di questa pia donna, in marmo alla parere del primo Chiostro con l' appresso iscrizione, sebbene assai più moderna della scultura .
Madonna Tessa effigiata in questo antico basso rilievo, di pari caritativa, che fedel serva di Folco Portinari , per essersi finché visse in alcune case compre dal padrone impiegata con merito, e con plauso nella cura degli infermi, coll'esempio della sua gran carità, e col pro grande altresì de' medesimi infermi, indusse la pia e liberal generosità di Folco a fondare quest' ora si magnifico Spedale; e la fondazione seguì a '23. di Giugno del 1288.
Il Rica si sforza di togliere qualunque merito a questa buona donna; e noi risposeremo a tutte le sue obiezioni.
Ed in primo luogo stabiliremo, che Tessa fosse quella che dette l' idea a Folco dello Spedale, e che esercitasse la cura degl'infermi, come dice la predetta Iscrizione. Che poi Folco si appelli in tutte le scritture il fondatore dello Spedale, lo è vero, in quanto che si  guardi come Autore della Fabbrica, e non già come istitutore dell'Opera pia.
Simili esempi gli abbiamo m molte fabbriche, delle quali bene spesso si dice averle fatte fare chi le terminò, e non già chi ne dette l'idea, e le principiò; e siccome Folco fu quegli, che spese per l'erezione dello ideato Spedale, a gran ragione la Signoria ordinò che gli fossero celebrate l'esequie con quelli splendidi onori, che si riferiscono in un Diario ms., cioè “ A spese pubbliche si sono fatte l'esequie a Folco di povero di Ricovero Portinari fondatore dello Spedale di Santa Maria Nuova, e se gli sono decretati gli onori soliti farsi a coloro, che erano in carica, o di Condottieri di Esercito o de' dieci di Guerra, non ostante, che non fosse m carica, o di verun Magistrato, e pero non se gli aspettava, ma gli ebbe come benemerito de' poveri, “ Si obietta altresì, che Folco, morto il 31. Dicembre 1289 non abbia lasciato nel suo Testamento alcuna cosa, ne fatta menzione di Tessa sua serva: ma se questa era morta, molti anni avanti, come poteva mai lasciarle, o farne menzione? ..."



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mercoledì 3 settembre 2014

Dietro il satiro

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Firenze, Piazza della Signoria

Spruzzi d'acqua e una cascata di luce in un'ora pomeridiana estiva, sotto lo sguardo severo del Marzocco, fluttuano  dietro il satiro con lo sfondo della Loggia dei Lanzi.
 
Questa immagine è senza tempo mancando riferimenti 'umani' che possano testimoniare l'epoca in cui  è stata scattata la foto. Potrebbe essere di ieri ma potrebbe essere una litografia di due o trecento anni fa, forse anche più in là nel tempo.. I marmi e i bronzi rappresentanti divinità, satiri, nereidi e tritoni, cavalli e pesci, sono lì a fare il loro lavoro di abbellimento della vasca e della fontana da secoli, ogni giorno, ogni mese, ogni anno, solo con qualche acciacco crescente dovuto all'usura provocata dagli elementi atmosferici. Essi sono testimoni, nella loro immutabilità, di come cambia l'abbigliamento degli umani al cambio di stagione e della moda, come cambia l'approccio con il monumento, dal rispetto alla sciatteria e viceversa, anno dopo anno. Il Nettuno ha avuto i suoi bei problemi i nel passato e la vasca ha avuto altri guai dalla noncuranza di estranei visitatori all'uso poco civile delle sue acque, per pulire i calamai o farne discarica o lavare i panni o sciacquare verdure e frutta senza dimenticare qualche bagno forzato di goliardica memoria.


Coordinate: 43°46'10.40"N, 11°15'21.35"E                      Mappe: Google - Bing


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