Guardando Firenze nei particolari da dietro l'obiettivo di una fotocamera.

venerdì 9 luglio 2010

Gli intrecci d'oro

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Firenze, Via  Gomitolo d'Oro


A meta di Via del Canto dei Nelli nel quartiere di San Lorenzo inizia quella che una volta era una strada rinomata di collegamento (oggi porterebbe al Mercato Centrale di San Lorenzo), adesso monca: Via Gomitolo dell'Oro. Anticamente vi si apriva una grande quantità di laboratori non d'oro, non erano orefici, bensì di filatori e tessitori d'oro che producevano la materia prima con cui si ricamavano e intessevano broccati, sete e, principalmente, i paramenti sacri. In questa strada ebbero casa e bottega i Bigordi, specializzati nell'intreccio di ghirlande d'argento e d'oro e perciò detti "ghirlandai". Da questa famiglia di abili artigiani sarebbe poi disceso un ramo di pittori: a cominciare da Domenico Bigordi detto "il Ghirlandaio" (1449-1494), discepolo di Filippo Lippi e autore fra l'altro di celebri affreschi nella vicina Basilica di Santa Maria Novella, proseguendo con il fratello David (1452-1525), specializzatosi poi nei mosaici, e infine con il figlio Ridolfo (1483-1561), seguace di Fra Bartolommeo e di Raffaello, di cui ci restano opere anche nella prestigiosa sede di Palazzo Vecchio.
Adesso la strada ha in un angolo in alto una telecamera ed un potente faretto che di notte controllano non certo svaligiatori e possibili ladri d'oro ma traffici non meglio identificati.


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